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RESOCONTO DI UNO STRANO 2020

Ho finito i preparativi per l’ultimo giorno dello strano 2020 e mi sono fermata a pensare. La mente viaggia e mi ritrovo a dicembre 2019. Ero rientrata dal Messico, un colorito che faceva invidia a tutti ed una pace dei sensi ed una tranquillità di chi ha trascorso due settimane ai caraibi.
Mi preparavo ad alzare i calici, a brindare per un anno eccezionale, con tanti buoni propositi, nella speranza di un anno intenso e felice come quello che si stava per concludere.

Seguendo la scia del vecchio anno, il 2020 stava iniziando alla grande e con tanti viaggi in programma.
È febbraio e siamo già su un volo che ci porta a Bucarest.

Iniziano a giungere le prime notizie dalla Cina. Ci diciamo “ma dai sarà solo un’influenza”. Facciamo in tempo a rientrare in Italia che ecco che “l’influenza” si trasforma in pandemia.

Ci chiudiamo in casa, lontano dai parenti e da tutti gli affetti. Si inizia con un lockdown, le videochiamate ed il lavoro agile. Le città si spengono e solo il suono delle ambulanze rompe il chiassoso silenzio che ci invade. La tv sintonizzata sempre sullo stesso canale in cerca di notizie. Oddio, non ho mai visto in vita mia così tanti documentari e telegiornali.
Le frontiere sono chiuse ed i viaggi lontani ormai solo un ricordo. Ma non perdiamo le speranze e scopriamo l’Italia.

Giunge agosto e la Puglia ci attende. La parola casa si attacca alla nostra pelle come la salsedine del mare. Ci siamo dedicati alla famiglia e amato la nostra terra passeggiando in sella ai cavalli per la Valle d’Itria.
Infiniti tuffi nelle acque azzurre del nostro mare ed è giunto il momento dei saluti.

Abbiamo vissuto la montagna con una bici e scalato fino ai 2600 m. Ci siamo persi nel verde delle immense colline di prosecco fino ad abbuffarci di arancini su per l’Etna.

Ma siamo nuovamente sprofondati in questo buio tunnel fatto di restrizioni e coprifuoco. Ma chi si immaginava dopo un anno di essere fermi ancora qua?

Ho abbandonato i trucchi, le gonne e i tacchi alti. Ho appeso le ginocchiere al chiodo, smesso di giocare a pallavolo e di sentirmi invincibile. Un anno vissuto in un continuo up & down.

Per questo anno nuovo non ho indossato nulla di rosso, non ho mangiato lenticchie a mezzanotte, non ho fatto il countdown né tantomeno trenini. Ho aspettato la mezzanotte come il resto dei 366 giorni di questo anno bisesto pensando ad un nuovo giorno, un nuovo inizio. L’ho visto andar via senza più voltarmi indietro, gli ho chiuso la porta alle mie spalle e riaperta al 2021 pieno di speranze.

Cosa mi porto da questo strano 2020? Non esistono piani né programmi. Esiste solo il momento.

Obiettivi per il nuovo anno? Nessuno, non voglio mica altre fregature!

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